Il treno nazista è solo una parte dell’immenso furto messo in atto dai nazisti

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Mario Del MonteEditor
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Il treno nazista è solo una parte dell’immenso furto messo in atto dai nazisti

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“La scoperta del treno carico di oro appartenuto al regime nazista è solo una goccia nel mare se pensiamo al denaro, ai gioielli e alle opere d’arte che ancora non sono stati trovati nonostante siano passati più di 70 anni dalla fine della guerra” lo afferma lo storico israeliano Gideon Greif in un’intervista al Jerusalem Post. Specializzato nella storia della Shoah, Greif è un ricercatore presso l’istituto Shem Olam.

Le autorità polacche hanno confermato il ritrovamento dopo anni di ricerche. Infatti il treno, con il suo bottino di milioni di dollari trafugati dai nazisti, era diventato una leggenda popolare che attirava tantissime persone in cerca di fortuna. Scomparso nel 1945, si tratta di uno dei tanti mezzi di trasporto utilizzati dai tedeschi per mettere in salvo gli oggetti di valore durante l’avanzata degli Alleati verso Berlino.

Il World Jewish Congress ha immediatamente richiesto alla Polonia di restituire tutte le proprietà rubate presenti a bordo del treno. “Visto che ogni oggetto ritrovato potrebbe essere stato preso con la forza agli ebrei prima che questi fossero mandati a morire nei campi di concentramento, è essenziale che venga presa ogni misura per riportare i beni ai loro proprietari o ai loro eredi. Speriamo che le autorità polacche prendano le loro decisioni rispettando questo principio” è stato il commento di Robert Singer, CEO del World Jewish Congress. Singer ha inoltre avanzato la proposta di utilizzare i beni ritrovati per compensare gli ebrei polacchi, che non sono stati mai risarciti adeguatamente dal governo, nel caso in cui non sia possibile risalire ai veri proprietari.

Secondo Gideon Greif i tedeschi non sono stati solo i più grandi killer della storia ma anche i più grandi ladri: il treno è solo una parte dell’immenso furto messo in atto dal regime nazista durante la guerra. Il fatto che il treno sia stato nascosto in un tunnel sotterraneo fa pensare che i nazisti abbiano provato a nascondere il bottino poco prima della fine delle ostilità.

Lo scorso anno l’argomento aveva ricevuto l’attenzione dei media in seguito al ritrovamento di una vasta collezione di opere d’arte rubate nella casa di Cornelius Gurlitt. In quell’occasione la polizia tedesca si imbatté in una serie di dipinti di Picasso e Chagall dopo una segnalazione del fisco.

I governi di Stati Uniti e Regno Unito sono da anni impegnati nel fare pressioni sulla Polonia per far sì che aumenti i propri sforzi nell’opera di restituzione dei beni rubati durante la Shoah.

Colette Avital, presidente del Center of Organizations of Holocaust Survivors in Israele ha affermato che i criteri per dimostrare l’ammissibilità dei pagamenti delle pensioni dei sopravvissuti polacchi che vivono in Israele sono molto onerosi e inutilmente complicati. Ad esempio i sopravvissuti devono presentare un documento che attesti la loro presenza in un campo di concentramento, cosa non sempre semplice da trovare. Inoltre questo documento deve essere tradotto in polacco e molti degli ebrei che una volta trasferiti in Israele hanno cambiato nome devono fornire una documentazione che dimostri un collegamento con il nome originale. Tutte operazioni che diventano ancora più difficili se pensiamo che a compierle dovrebbero essere ultranovantenni.

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