“Il figlio di Saul” tra critiche e antisemitismo

Miriam Spizzichino
Miriam SpizzichinoScrittrice & Blogger
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“Il figlio di Saul” tra critiche e antisemitismo

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Miriam Spizzichino
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il figlio di saul

L’acclamatissimo film ungherese “Il Figlio di Saul”, che ha un approccio ravvicinato con l’Olocausto ed è diretto da un Ebreo, ha sollevato lo spettro dell’antisemitismo nel paese dell’Europa centrale. Estrema destra e razzismo, incoraggiati dal primo ministro Viktor Orbán, recentemente hanno rafforzato la loro presenza in Ungheria, soprattutto dopo l’incremento nell’afflusso di rifugiati e lavoratori migranti nel paese.

“Il Figlio di Saul” segna il debutto del regista Laszlo Nemes; ha vinto il Gran Premio della Giuria e il Premio FIPRESCI al Festival di Cannes ed è stato nominato quest’anno all’Oscar come miglior film in lingua straniera. Ha anche vinto la categoria lingua straniera ai Golden Globe, un ottimo biglietto da visita per candidarsi all’Oscar.

Sorprendentemente però il film ha ricevuto diverse critiche nel paese di origine. Molti ungheresi hanno espresso un certo disagio, nonostante la prospettiva di portare l’agognato Oscar nel paese, sostenendo che il film sia solo “propaganda ebraica”. Secondo i rapporti diffusi dai media, sul web si fa spesso riferimento al film come “Holomaku”, scherzo sull’Olocausto, alcuni hanno beffardamente definito il film “iper-realistico”. Una campagna online è arrivata addirittura a sostenere che il film non sia un successo per il cinema ungherese perché è “propaganda ebraica”.

Un gruppo di persone è andato sulla pagina Facebook del primo ministro Orban e ha inviato un messaggio che riportava: “un film sugli ebrei significava per soli ebrei”. In seguito Orban ha elogiato il film augurandogli di vincere l’Oscar. Altri lamentano invece che il film sia solo stato girato in Ungheria ignorando completamente la storia nazionale del paese.

I creatori del film pluripremiato dichiararono a Maggio di voler mostrare la pellicola a quanti più ungheresi possibili in un paese gravemente colpito da antisemitismo e xenofobia.

 

Va segnalato però che ci sono state anche parecchie persone in Ungheria che hanno elogiato il film ritenendolo interessante nonostante il soggetto non fosse a loro legato. La comunità ebraica ha tuttavia espresso preoccupazione per una possibile reazione. “Ci sono state molte reazioni antisemite” ha affermato un membro della Comunità Ebraica di Budapest. “E’ una vergogna. Mi chiedo se il resto d’Europa sappia davvero che cosa pensa qui la gente.” Alcuni giornalisti ungheresi hanno anche chiesto alle autorità di ottenere l’applicazione della legge in vigore per reprimere i negazionisti dell’Olocausto e gli istigatori della violenza antisemita ma finora non hanno raggiunto alcun risultato.

Il regista Nemes resta imperturbabile. “Mi auguro che tutti gli istigatori possano fare qualcosa con la loro vita”, ha spiegato alla stampa. “Questo film dimostra che è possibile. Molti giovani e altri meno giovani sono liberi di pensare a cosa dire e contro chi, ma in alcuni casi hanno meno diritto di farlo perché non hanno fatto nulla di significativo per l’Ungheria. Niente.”

 

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