Hillary Clinton si candida alle presidenziali, la sua posizione su Israele

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Mario Del MonteEditor
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Hillary Clinton si candida alle presidenziali, la sua posizione su Israele

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Dopo mesi di speculazioni finalmente Hillary Clinton ha annunciato la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti. Sia come first lady che come Segretario di Stato la Clinton ha intrattenuto numerose conversazioni con i principali leader israeliani degli ultimi anni (Rabin, Peres, Barak e Netanyahu) che gli hanno permesso di capire meglio di molti altri legislatori americani la complessa realtà di Israele. Sebbene molti la reputino una supporter dello Stato ebraico, ci sono stati alcuni momenti controversi nella sua carriera che hanno fatto sorgere qualche dubbio sulla sua posizione nella politica mediorientale.

Ad esempio nel 1988, durante una visita a Gaza con il marito Bill, la signora Clinton partecipò ad un incontro con la moglie di Yasser Arafat in un asilo dove vennero fatte alcune pesanti accuse contro Israele. L’abbraccio con Suha Arafat le valse le prime pagine di tutto il mondo e l’accusa di essere troppo soft nei confronti del terrorismo palestinese. La sua posizione sul conflitto israelo-palestinese durante gli anni come first lady è ben riassunta da una lettera scritta proprio in quel periodo: “Se sarò scelta come Senatrice dello Stato di New York sarò un attivo sostenitore della sicurezza di Israele per far sì che questo possa vivere in pace con i suoi vicini. Gli Stati Uniti avranno la loro ambasciata a Gerusalemme, la sua capitale eterna e indivisibile.”

La Clinton visitò di nuovo Israele nel 2005 in qualità di Senatrice. Nel corso di un tour della West Bank si disse favorevole alla barriera difensiva israeliana perché in grado di ridurre sensibilmente il numero di attacchi terroristici perpetrati dai palestinesi. Nel 2006 invece espresse il suo supporto per l’azione dell’esercito israeliano in Libano e condannò fermamente il gruppo terroristico Hezbollah. Nello stesso anno accusò pubblicamente la leadership palestinese per i testi scolastici che indottrinavano i bambini alla violenza invece di fornirgli un’adeguata educazione.

Con la carica di Segretario di Stato nel 2009 la Clinton ha rivisto alcune delle sue posizioni sul conflitto tra israeliani e palestinesi ponendo la fine degli insediamenti ebraici in West Bank come precondizione per far ripartire i negoziati di pace e cominciando a parlare di Gerusalemme non più come capitale di Israele ma come capitale condivisa tra Israele e un eventuale Stato palestinese. In ogni caso però è bene sottolineare come in qualsiasi dichiarazione pubblica la Clinton abbia condannato le mosse unilaterali di Mahmoud Abbas come l’adesione ai trattati internazionali o le proposte per il riconoscimento della Palestina alle Nazioni Unite.

Gli ultimi due anni sono stati segnati da una dura contrapposizione con il Primo Ministro israeliano Netanyahu legata soprattutto al tema degli insediamenti ma anche dal supporto incondizionato per la guerra a Gaza nonostante dal resto del mondo piovessero critiche sullo Stato ebraico. Inoltre la Clinton è stata l’unica all’interno dell’amministrazione americana che si è detta d’accordo con Netanyahu per quanto riguarda il programma nucleare iraniano.

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