La leghista Francesca Donato cita Auschwitz per ribadire il suo no ai vaccini

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La leghista Francesca Donato cita Auschwitz per ribadire il suo no ai vaccini

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Francesca Donato, europarlamentare della Lega, ha tirato in ballo il campo di sterminio di Auschwitz per ribadire il suo no ai vaccini.

La politica del Carroccio riprendendo una frase del direttore del dipartimento prevenzione dell’Azienda sanitaria della provincia di Trento, Antonio Ferro, ha twittato:

“La vaccinazione rende liberi. Ricorda qualcosa? Ai più sbadati se serve agevolo traduzione in tedesco…”.

La citazione porta dritti all’entrata di Auschwitz, a quel Arbeit Macht Frei (il lavoro rende liberi), che per i deportati fu sinonimo di enormi sofferenze e morte.

Uno stonato e sgradevole cinguettio che non poteva non trovare pronte risposte. Fra tutte, riportiamo quella del Museo di Auschwitz che in perfetto italiano ha scritto:

“Arbeit macht frei”, quelle parole sono diventate una delle icone dell’odio umano che ha portato a innumerevoli morti.

La strumentalizzazione di questo simbolo per argomentare contro la vaccinazione che salva la vita umana, è un triste sintomo di declino morale e intellettuale. 

Un’uscita a dir poco infelice quella di Francesca Donato che, replicando al candidato sindaco di Roma Carlo Calenda che le chiedeva di scusarsi, ha detto:

“Scusarmi di aver evidenziato un grottesco e macabro slogan per la propaganda becera di farmaci sperimentali che “funzionicchiano”? E a che pro? Io non devo fare da zerbino alle lobby per esistere in politica, a differenza tua”.

Difficile classificare questo episodio come un semplice scivolone. Un’operazione che diventa quasi impossibile tornando all’inizio del 2021, quando la stessa Donato paragonò i non vaccinati agli ebrei con la stella gialla durante la Shoah.

In quell’occasione replicò alle ovvie polemiche scaturite:

“Questo mio tweet è stato del tutto erroneamente interpretato come una mancanza di rispetto per la comunità ebraica, Il significato era proprio l’opposto, cioè quello di segnalare le derive discriminatorie delle proposte di “patentini vaccinali” vari. Spero solo che qualcuno inizi a riflettere sul significato profondo dei divieti e delle discriminazioni basati su ragioni ascientifiche e autoritarie e capisca quale rischio deriverebbe dal proseguire nella campagna d’odio verso chi sceglierà di non vaccinarsi”.

Le cose sono due. O siamo davanti a una grossa “appassionata” di storia ebraica o all’ennesima politica incompresa di questo paese.

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