Arrow, il fratello maggiore dell’Iron Dome

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Joseph Castelnuovo
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Israele

Arrow, il fratello maggiore dell’Iron Dome

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TEL AVIV – Come dice il detto, “quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare”, così da settembre Israele ha iniziato a preparare delle contromisure per la minaccia iraniana che diventa sempre più incombente; la contromisura in questione è il sistema antimissilistico Arrow (in italiano Freccia), già inaugurato nel 2000 dalla compagnia aerospaziale Rafael e rimasto segreto fino al 2005, dopo i primi lanci di prova.

L’Arrow è un sistema di difesa da missili balistici a lungo raggio, da missili anticonvenzionali, con riferimento ad armi chimiche e da missili in grado di uscire dall’atmosfera. Fratello maggiore dell’Iron Dome, è stato messo in azione già nel 2005 e fa uso del missile Arrow1, un missile capace di intercettare la minaccia e di esploderla a distanza ravvicinata deviandone così  la traiettoria, o abbattendola del tutto.

Ad Agosto del 2004 il Ministero della Difesa israeliano ha annunciato l’inizio dello sviluppo e successivamente dei test di due nuovi missili per il sistema Arrow:  l’Arrow 2 e l’Arrow 3, missili che prometterebbero più precisione, costi più ristretti e capacità balistiche più avanzate. Dopo tanti anni di progettazione e test falliti, sono state svolte nuovo prove che sarebbero dovute essere solo di accertamento delle migliorie apportate, tra settembre e dicembre del 2014, in uno spazio militare non precisato, con risultati a quanto dichiarato ieri dallo stesso Ministero, non soddisfacenti; l’Arrow 2 durante tre dei test svolti ha mancato l’obbiettivo a causa di molteplici malfunzionamenti del missile, mentre l’Arrow3 non è neppure riuscito a uscire dalla postazione di lancio, anche stavolta a causa di malfunzionamenti tecnici. Dunque il Ministro della Difesa martedì scorso ha promesso ai suoi più grandi investitori, i cittadini israeliani, di cancellare immediatamente queste defezioni, e di essere già a lavoro per poter svolgere nuovi test già da metà marzo.

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I tecnici e i tattici militari israeliani sanno che il tempo a loro disposizione per portare a compimento lo sviluppo dei due nuovi missili è molto ridotto, infatti la minaccia nucleare iraniana e la vicinanza delle presunte armi chimiche di Assad, due delle motivazioni più concrete per lo sviluppo di questo sistema di difesa, si fanno di giorno in giorno più concrete; la mancanza di sanzioni da parte dell’Onu stanno infatti facendo avanzare il processo nucleare dello stato dell’Ayatollah Khamenei, isolando dunque Israele e lasciandolo da solo a confrontarsi con questa minaccia.

Ma come detto in incipit: “quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare” e allora quando si tratterà di essere pronti Israele e i suoi tecnici saranno pronti a difendere la propria popolazioni con armi di difesa all’avanguardia contro quasi ogni minaccia.

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