Arrestato il comico Dieudonnè

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Mario Del MonteEditor
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Arrestato il comico Dieudonnè

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Dieudonne

Il comico francese Dieudonnè è stato arrestato questa mattina dalla polizia di Parigi. Prelevato dalla sua abitazione all’alba e portato negli uffici della polizia giudiziaria, al controverso polemista viene contestato un post su facebook di domenica sul suo profilo ufficiale. L’accusa è di apologia del terrorismo e incitamento all’odio razziale.

Nel post in questione Dieudonnè ha scritto di non sentirsi Charlie bensì “Charlie Coulibaly”, mescolando il nome del giornale satirico francese a quello del terrorista che venerdì ha ucciso 4 persone in un supermarket ebraico a Porte de Vincennes. Molti uomini delle istituzioni francesi hanno commentato la vicenda esprimendo sdegno e disgusto per l’umorismo macabro di Dieudonnè. Il Premier Valls ha dichiarato in proposito che “non bisogna confondere la libertà d’opinione con l’antisemitismo, il razzismo e il negazionismo”.

Non è la prima volta che Dieudonnè M’bala M’bala finisce nell’occhio del ciclone per frasi antisemite. E’ di sua invenzione il gesto della quenelle, un saluto nazista invertito, diventato tristemente famoso per l’emulazione da parte del calciatore Nicolas Anelka. In Francia è nota la sua vicinanza ad ambienti negazionisti e a personaggi come Robert Faurisson e Alain Soral. Nei suoi show ci sono sempre battute di cattivo gusto sulla Shoah o in generale sugli ebrei. Lo scorso anno il governo è arrivato addirittura a bloccare la diffusione del suo spettacolo “Il Muro” per gravi pericoli di ordine pubblico dovuti alle dichiarazioni finalizzate a diffondere odio e a provocare discriminazioni razziali. Fra l’altro è già la seconda volta che il comico viene indagato per apologia di terrorismo: già a settembre gli era stato contestato lo stesso reato per aver ironizzato sulla decapitazione di James Foley da parte dello Stato Islamico.

Lunedì Dieudonnè aveva tentato subito di difendersi inviando una lettera al Ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve in cui denunciava un atteggiamento ostile da parte del governo nei suoi confronti ribadendo che il suo post, già rimosso dalla pagina facebook, voleva solo far ridere le persone come Charlie Hebdo. “Quando io mi esprimo, non si cerca di capirmi, non mi si vuole ascoltare. Si cerca un pretesto per vietarmi. Mi si considera come Coulibaly mentre non sono diverso da Charlie”, scriveva Dieudonné, dicendo di “sentirsi perseguitato con tutti i mezzi: linciaggio mediatico, divieti ai miei spettacoli, controlli fiscali, ufficiali giudiziari, perquisizioni, inchieste. Oltre ottanta procedure giudiziarie si sono abbattute su di me e la mia famiglia”.

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