Piccole cronache antisemite di una settimana quasi normale

Ugo Volli
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Antisemitismo

Piccole cronache antisemite di una settimana quasi normale

Antisemitismo
Ugo Volli
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Allineo qui qualche notizia raccolta nei giorni dell’attentato alla sinagoga di San Diego, che ha fatto un morto e diversi feriti, fra cui un rabbino. Quasi tutte queste notizie non sono state pubblicate dai giornali italiani e quelle che invece sono uscite hanno avuto pochissimo rilievo.

1. la scena rap europea ha un problema crescente di antisemitismo nei testi e negli atteggiamenti

2. Il New York Times ha pubblicato una vignetta antisemita di gusto hitleriano, con un Netanyahu in forma di cane che porta dove vuole lui un Trump cieco. Ha poi ammesso l’errore e chiesto scusa, ma non si è chiesto che cosa nella sua ideologia istericamente contraria alle ragioni di Israele e alla politica di Trump, ha portato a pubblicare questa vignetta. Del resto, una settimana prima aveva pubblicato con favore l’opinione di una deputata antisemita americana secondo cui Gesù era palestinese.

3. E’ stato rivelato che lo Shin Bet, il sefrvizio di sicurezza interno israeliano, ha evitato di misura un catastrofico attacco terrorista di Hamas il giorno delle elezioni. Nessuna condanna da parte delle organizzazioni internazionali.

4. Un’inchiesta in Germania ai giovani ebrei mostra che non vedono futuro per loro nel paese a causa dell’antisemitismo

5. Il filosofo inglese Alain Finkelkraut ha dichiarato: non posso più mostrare la mia faccia in giro, a causa degli antisemiti. E infatti dopo l’attacco per strada, anche la prestigiosa facoltà di Scienze Politiche l’ha obbligato a cancellare una conferenza.

6. Per ottenere la salma di un caduto in guerra di trent’anni fa, Israele è stata obbligata a liberare dei terroristi siriani “come gesto di buona volontà”

7. Un autobus di gitanti è stato attaccato con armi da fuoco da terroristi in Samaria.

8. Il governo svizzero spende milioni per finanziare la guerra legale a Israele condotta dalle ONG filopalestinesi

9. Il presidente francese Macron “esige” l’annullamento della legge israeliana che detrae dai fondi attribuiti all’Autorità Palestinese quelli spesi in stipendi ai terroristi. Cioè chiede che Israele non agisca per impedire il finanziuamento del terrorismo ai danni dei suoi cittadini.

Potrei andare aventi a lungo. Non ho parlato apposta, per esempio, delle vergognose aggressioni antisemite del 25 aprile contro la brigata ebraica, né del terrorismo islamico che non colpisce direttamente gli ebrei ma i cristiani, come nel caso dello Sri Lanka, ma anche delle aggressioni anticristiane nei territori sotta la dittatura dell’Autorità Palestinese.

Non si è trattato però di un periodo particolarmente difficile. Semplicemente questa è la situazione. L’antisemitismo è sempre più diffuso in Europa e in America, oltre che nei dintorni di Israele. Viene dall’estrema destra neonazista, dagli ultrasinistri che hanno fatto del palsetinismo il sostituto attuale del vecchio “internazionalismo proletario”, dagli islamisti, ma anche dalla sinistra moderata e terribilmente perbene del New York Times e di Macron. Costoro al momento buono dicono di non essere antisemiti, anzi di condannare con sdegno l’antisemitismo; solo che non sopportano Israele e gli preferiscono il terrorismo islamista. E’ una tendenza in crescita, lo dicono tutte le ricerche. In particolare gli Stati Uniti, che una volta erano un luogo abbastanza sicuro per gli ebrei, si stanno europeizzando. Israele è attaccato, ma sa difendersi, mentre le minoranze ebraiche non possono essere sicure della loro incolumità altrove e soprattutto in Europa. C’è chi pensa di potersi sottrarre all’odio opponendosi al sionismo, come faceva la maggioranza degli ebrei tedeschi negli anni Venti del Novecento. Ma la differenza fra allora e oggi è che c’è Israele, anch’esso sotto attacco, e però capace – mentalmente e fisicamente – di difendersi.

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