Al via il primo processo per terrorismo contro l’Autorità Nazionale Palestinese

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Mario Del MonteEditor
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Al via il primo processo per terrorismo contro l’Autorità Nazionale Palestinese

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La richiesta di adesione al Trattato di Roma da parte della Autorità Nazionale Palestinese ha mandato su tutte le furie il governo americano. La violazione degli accordi presi tra John Kerry e Mahmoud Abbas ha scatenato la reazione dell’amministrazione Obama che, nonostante i cattivi rapporti con il Presidente Netanyahu, ha riavvicinato la sua posizione a quella israeliana. Proprio Netanyahu, a seguito della minaccia di essere processato dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra, aveva chiesto che venissero aperti casi giudiziari riguardanti il rapporto tra ANP e terrorismo. La risposta americana non si è fatta attendere.

Nonostante i ricorsi da parte dell’ANP oggi comincia il primo processo per terrorismo nei confronti dell’organizzazione politico-governativa palestinese. Il risarcimento chiesto dalle vittime degli attentati, condotti tra il 2001 e il 2004 a Gerusalemme, sarebbe di un miliardo di dollari. A essere accusate di aver finanziato e organizzato gli attacchi sono le due organizzazioni più importanti della storia palestinese: l’Autorità Nazionale Palestinese di Abbas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina di Arafat. L’accusa principale è quella di aver condotto attacchi terroristici contro civili israeliani per influenzare le politiche dei governi di Israele e Stati Uniti e per sedere in una posizione di maggiore forza al tavolo dei negoziati di pace. Le famiglie delle vittime sostengono che ogni attacco ha coinvolto almeno un dipendente di queste organizzazioni. Inoltre, nonostante le condanne nei tribunali israeliani, questi individui sono in molti casi ancora stipendiati dall’ANP o addirittura esaltati pubblicamente perciò si potrebbe profilare una responsabilità indiretta. La causa è resa possibile dall’Antiterrorism Act del 1991 e dal fatto che tra le vittime (33 morti e centinaia di feriti) ci sono anche cittadini americani.

Il processo dovrebbe durare circa tre mesi e ci saranno decine di sopravvissuti agli attacchi come testimoni. La giuria, in conformità alle procedure che riguardano i casi di terrorismo, sarà composta da anonimi cittadini dello Stato di New York. Le vittime saranno invece rappresentate dall’associazione Shurat Hadin, un’organizzazione impegnata nella tutela dello Stato d’Israele e dei diritti degli ebrei in tutto il mondo, che da sempre combatte nelle aule dei tribunali il terrorismo e i boicottaggi economici e accademici.

Gli avvocati di ANP e OLP affermano che non basta un ufficio dell’OLP negli Stati Uniti a concedere la giurisdizione a una corte americana. “Data la posta in gioco, lo straordinario peso e le notevoli conseguenze in politica estera relative al portare a processo, per sostegno al terrorismo, un governo estero, il processo non dovrebbe proseguire vista anche l’assenza di giurisdizione generale e personale” questo quanto scritto in un documento presentato alla Corte d’Appello. Inoltre gli avvocati sostengono che l’inevitabile pubblicità del processo “potrebbe minare la fiducia nelle capacità dell’Autorità Nazionale Palestinese di governare e contribuire a un peggioramento delle relazioni in un momento delicato per la regione”.

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