Report antisemitismo 2014: la Francia è il posto più pericoloso per gli ebrei

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Mario Del MonteEditor
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Report antisemitismo 2014: la Francia è il posto più pericoloso per gli ebrei

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ilan halimi giardino francia antisemitismo

Secondo un report presentato dal governo israeliano il numero di incidenti antisemiti nel 2014 è cresciuto del 400% e la Francia, una paese dove a lungo ha vissuto una vasta comunità ebraica, è diventata la nazione più pericolosa dove vivere per un ebreo. Proprio in Francia gli incidenti sono raddoppiati rispetto allo scorso anno raggiungendo circa 1,000 casi di assalti, alcuni categorizzati come “estremamente violenti”, nei confronti di persone, luoghi di culto e attività commerciali ebraiche: pestaggi, assalti con coltelli, lanci di molotov contro sinagoghe e atti vandalici contro negozi ebraici sono ormai notizie di tutti i giorni in Francia.

Sebbene le forze neonaziste e neofasciste siano tutt’ora vive, la maggior parte degli attacchi è stata perpetrata da estremisti islamici e la maggior parte delle esternazioni di sentimenti antiebraici sono avvenute durante proteste, occorse durante l’operazione Margine Protettivo di questa estate, di segno politico totalmente opposto all’estrema destra. In molti casi, proprio durante queste manifestazioni, si è passati dalla critica al governo israeliano a slogan come “morte agli ebrei”.

Il report mostra come il 55% degli ebrei della Diaspora non si senta sicuro nei loro paesi natale e che stia pensando a trasferirsi in Israele. Il 70% degli appartenenti alle comunità del Sud America ha vissuto in prima persona o attraverso familiari almeno un incidente di matrice antisemita e ha la sensazione che le autorità non facciano nulla per contrastare questa situazione.

Anche nel mondo del web, soprattutto per quanto riguarda i social media, l’antisemitismo si sta espandendo e sono sempre di più i siti che ospitano materiale negazionista o che incita alla violenza contro gli ebrei. Proprio attraverso il web si manifesta maggiormente quello che è diventato l’argomento cardine dell’antisemitismo mondiale: la delegittimazione dello Stato d’Israele. Il mondo dell’Islam radicale in questi anni è stato molto abile a combinare gli stereotipi tipici dell’estrema destra, come la visione dell’ebreo influente in ambito finanziario,politico e mediatico o come la credenza che gli ebrei siano infedeli alla patria in cui vivono, alla demonizzazione di Israele attraverso la sua comparazione con il nazismo e alla diffusione di leggende, ad esempio la fantomatica volontà da parte degli ebrei di radere al suolo le sacre moschee di Gerusalemme, all’interno delle comunità musulmane europee e non.

La guerra a Gaza di questa estate è servita da catalizzatore per scatenare una serie di attacchi contro le comunità ebraiche della diaspora. Tutto ciò dimostra come il limite tra antisionismo e antisemitismo sia inesistente e che attraverso la critica ad Israele si vuole giustificare il latente antisemitismo della società europea.

Tra le formazioni politiche di estrema destra è in atto un cambiamento che le ha portate ad accantonare momentaneamente il tema ebraico per concentrare le proprie energie sull’immigrazione e l’islamofobia che in questo momento possono portargli più consensi a causa del dilagante terrore che organizzazioni come ISIS e al-Qaeda stanno diffondendo nelle società europee. Tra le eccezioni i partiti Alba Dorata in Grecia, che alle recenti elezioni si è addirittura posizionata come terzo partito, e gli ungheresi di Jobbik.

Nonostante dopo l’attentato al museo ebraico di Bruxelles i governi europei si siano cominciati a porre il problema dell’antisemitismo, l’Unione Europea a Dicembre ha scelto di rifiutare la richiesta di istituire una task force scatenando le reazioni delle comunità ebraiche. Recentemente il Presidente dell’European Jewish Congress Moshe Kantor ha affermato che “l’Unione Europea ha un urgente bisogno di combattere l’antisemitismo e di mettere la questione fra le sue priorità perché questo è un odio che travalica i confini e non può essere affrontato efficacemente da un singolo governo.”

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