Silvan Shalom chiede che sia organizzata una conferenza internazionale per la pace

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Mario Del MonteEditor
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Medio Oriente

Silvan Shalom chiede che sia organizzata una conferenza internazionale per la pace

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Il Ministro degli Interni israeliano Silvan Shalom, incaricato dal Premier Netanyahu di dirigere il team israeliano nei negoziati con i palestinesi, ha richiesto una conferenza regionale per discutere di pace e di temi economici.Durante la quindicesima Conferenza annuale di Herzeliya, Shalom ha affermato che se i palestinesi ritornassero al tavolo dei negoziati troverebbero in Israele un “vero partner per la pace”.

“Chiedo a tutti gli Stati moderati di organizzare una conferenza che si concentri sulla pace e sull’economia. Quando i palestinesi saranno seriamente interessati e pronti per una vera mediazione mi impegnerò per far sì che trovino in Israele un vero partner per la pace. Chiedo ai palestinesi di riprendere i negoziati senza precondizioni e più in fretta possibile. Non si può raggiungere un accordo senza compromessi, nessuno può imporre una soluzione e soprattutto nessuno può forzarci a prendere decisioni con cui non possiamo convivere.”

Shalom ha aggiunto che Israele è disponibile ad aiutare i palestinesi a ricostruire Gaza dopo i danni causati dall’ultimo conflitto di un anno fa. Il Ministro ha fatto notare che circa ottocento camion carichi di aiuti offerti da Israele entrano ogni giorno nella Striscia mentre l’Egitto ha tenuto chiuso il proprio confine con l’enclave palestinese per quasi tutto il 2015.

“Vogliamo partecipare alla ricostruzione di Gaza ma non possiamo tollerare il fatto che mentre facciamo di tutto per aiutarli vengano sparati razzi sulle città israeliane.”

Shalom si riferisce ai due incidenti accaduti nelle scorse settimane in cui una serie di missili lanciati dalla Striscia di Gaza ha fatto suonare l’allarme in molte città del Sud. In entrambi i casi sono state colpite zone disabitate e non ci sono stati feriti.

“Sono stati due episodi isolati ma è sempre così che comincia l’escalation. Questa volta vogliamo che termini subito. Non importa chi è stato a sparare, la responsabilità di ogni missile lanciato su Israele è nelle mani di Hamas.”

Il Ministro ha anche elogiato il Presidente americano Obama nonostante l’attuale frattura diplomatica fra Gerusalemme e Washington legata alle diverse vedute sui negoziati con l’Iran e con i palestinesi e alle relazioni tese fra il leader americano e Benjamin Netanyahu.

“Obama sta facendo ciò che può per preservare la sicurezza di Israele. Ci piacerebbe che anche l’Europa si comportasse alla stessa maniera. Molte volte mi è stato chiesto perché l’Europa non sta giocando un ruolo di primo piano nel processo di pace, ogni volta rispondo che gli europei dovrebbero avere un approccio più bilanciato e non accettare sempre tutte le richieste dei palestinesi.”

La visione del processo di pace di Shalom non è però condivisa dal Viceministro degli Esteri Tzipi Hovotely che alla stessa Conferenza di Herzeliya ha affermato che la soluzione a due Stati non è al momento realizzabile perché i palestinesi sono più interessati allo scontro che alla coesistenza. Il concetto base della soluzione a due Stati sono i confini pre-’67 che però andrebbero rinegoziati dalle parti prima della nascita di uno Stato palestinese. Secondo il Viceministro ogni volta che gli israeliani hanno offerto qualcosa i palestinesi hanno fatto un passo indietro, con il risultato che ora hanno abbandonato i colloqui per perseguire un riconoscimento unilaterale alle Nazioni Unite. “Vogliono denunciarci molto più di quanto vogliono uno Stato indipendente. Israele dovrebbe chiedere alla comunità internazionale di intervenire per cambiare la mentalità dei palestinesi: da una società che incoraggia il terrorismo e l’odio a una pronta a vivere in pace con Israele riconoscendolo come Stato ebraico.”

Lo scorso mese Netanyahu disse al capo della diplomazia europea Federica Mogherini di essere pronto a mettere fine al conflitto con i palestinesi una volta per tutte. I negoziati di pace fra le parti sono collassati dopo nove mesi di trattative nell’Aprile 2014 tra recriminazioni reciproche e rifiuti di rispettare gli impegni concordati prima dei colloqui. All’epoca a dirigere i negoziati erano il Ministro della Giustizia Tzipi Livni per Israele e Saeb Erekat per i palestinesi. Israele ha ufficialmente sospeso le trattative dopo che il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas scelse di formare un governo di unità nazionale con Hamas, un’organizzazione terroristica il cui statuto prevede la distruzione totale di Israele. Anche la decisione dei palestinesi di violare le intese con Stati Uniti e Israele cercando di partecipare ad alcuni trattati internazionali, apparentemente motivata dal rifiuto israeliano alla richiesta di liberare alcuni detenuti palestinesi, ha giocato un ruolo decisivo nel naufragio dei colloqui di pace.

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