Lo Stato Islamico promette un golpe a Gaza

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Mario Del MonteEditor
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Medio Oriente

Lo Stato Islamico promette un golpe a Gaza

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I supporter dello Stato Islamico minacciano di trasformare anche Gaza in un Califfato e accusano Hamas, l’organizzazione terroristica che governa la Striscia, di non aderire completamente alla legge coranica. L’annuncio è stato diffuso attraverso un video girato in una delle roccaforti dello Stato Islamico in Siria. Si tratta della prima vera sfida lanciata pubblicamente a Hamas che già fatica a contenere i jihadisti di Gaza che si oppongono alla tregua con Israele e alla riconciliazione con Fatah reputata troppo sottomessa al volere degli Stati Uniti.

Nel video uno dei fanatici del Califfato lamenta il fatto che in otto anni di governo Hamas non ha mai speso ingenti risorse nell’insegnamento dei precetti islamici e promette un’invasione che sradicherà la presenza degli ebrei e di tutti i palestinesi laici. Una volta preso il potere a Gaza lo Stato Islamico renderà obbligatoria l’osservanza della Sharia così come ha già fatto nel campo profughi palestinese di Yarmouk in Siria.

Sembra strano che due movimenti militari islamisti non si supportino a vicenda ma in realtà Hamas non condivide il sogno di dominio mondiale del Califfato perché si definisce “movimento nazionalista”. I due gruppi hanno in comune l’odio per Israele e per l’Occidente ma differiscono nelle modalità di attuazione della Guerra Santa. L’attrito con lo Stato Islamico non ha però giovato alla causa di Hamas che continua ad essere guardato con diffidenza da molti Stati arabi del Medio Oriente a causa dei suoi legami con l’Iran.

Secondo il Ministro dell’Intelligence Israel Katz, Hamas starebbe giocando su più tavoli collaborando con gli affiliati dell’ISIS nella Penisola del Sinai in cambio di aiuto nel contrabbando di armi da portare nella Striscia, accusa che però è sempre stata respinta dall’organizzazione terroristica palestinese. Il capo dello Shin Bet Yoram Cohen è invece convinto che Hamas stia perdendo il controllo su Gaza al punto che nei prossimi mesi potrebbe non essere più in grado di governare. Causa principale del malcontento sarebbe l’incapacità di gestire la ricostruzione di Gaza a causa dei dissidi con l’Autorità Nazionale Palestinese sulla gestione dei fondi provenienti dall’estero. Secondo un sondaggio effettuato recentemente a Gaza la maggioranza dei residenti lascerebbe la Striscia se i confini fossero aperti.

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