L’Islam è compatibile con la democrazia?

Piero De Luca
Piero De LucaJunior Research Fellow presso Fondazione De Gasperi
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Medio Oriente

L’Islam è compatibile con la democrazia?

Medio Oriente
Piero De Luca
Piero De LucaJunior Research Fellow presso Fondazione De Gasperi

democrazia islam

L’Occidente, in particolar modo gli Usa, pongono con sempre maggior frequenza, la questione del perché il Medio Oriente non riesca ad autogovernarsi. Negli ultimi due anni nella regione è successo di tutto: rivoluzioni, guerre, stati senza governo, rafforzamento di diversi gruppi terroristici e divisioni settarie. Nonostante sui giornali internazionali se ne parli parecchio, comprendere queste crisi è piuttosto difficile. La politica del Medio Oriente è molto complicata, anche perché spesso le crisi nazionali si trasformano in crisi regionali che arrivano a coinvolgere molti paesi.

Lo scorso luglio i paesi del cosiddetto gruppo del 5+1 (Stati Uniti, Francia, Cina, Russia, Regno Unito e Germania) insieme all’Iran hanno trovato un’intesa sul nucleare. L’accordo è stato definito “storico”. In molti continuano a sostenere con entusiasmo che tale accordo potrà contribuire in futuro alla stabilizzazione del Medio Oriente (l’Iran è nemico dell’Occidente e da anni è accusato, oltre che di sviluppare un’arma nucleare, di sostenere organizzazioni terroristiche). Ma se anche così fosse, ci sono almeno altre sei crisi che rendono oggi il Medio Oriente la regione più instabile del mondo, oltre che la più pericolosa: la guerra in Siria; la “tragedia politica” dell’Egitto; la guerra in Yemen; l’espansione dell’ISIS; la difficile transizione della Libia verso un governo di unità nazionale; i continui attacchi contro Israele.

Al di là di come la si pensi, oggi è quanto mai opportuno chiedersi: l’Islam è compatibile con la democrazia?

La prima domanda è divenuta senso comune in Occidente dopo l’11 settembre. Con l’emergere del terrorismo jihadista come attore globale che si afferma l’idea della democrazia come unica via capace di evitare la deriva fondamentalista dell’Islam. E’ da quel momento che la domanda diventa urgente e la risposta a tale interrogativo assume capitale importanza. Sino alle Twin Towers, l’Occidente aveva affidato ai paesi musulmani alleati il contenimento dei movimenti islamisti. Ma il crollo delle Torri mostra palesemente che questa strategia, nelle sue varie versioni, è fallita. La democrazia appare allora agli occhi dell’Occidente come l’unico rimedio alle sue esigenze di sicurezza e di stabilità. Ma siamo sicuri che questa sia la panacea di tutti i mali che affliggono il Medio Oriente?

A mio modesto parere ha ragione lo scrittore anglo-pachistano Hanif Kureishi nel sostenere che «l’islam non è compatibile con la democrazia». Come dargli torto?
Gli Stati che si autodefiniscono Repubblica islamica (uno su tutti proprio l’Iran), hanno adottato il Corano come Costituzione. Ma basta definirsi “Repubblica” per essere una democrazia? È forse una democrazia uno Stato come quello iraniano che nell’ultimo anno ha giustiziato oltre 980 persone, che perseguita le minoranze etniche e religiose e che uccide i dissidenti politici?

Più in generale, dei 56 Paesi membri dell’Organizzazione per la Conferenza islamica, nessuno rispetta pienamente i parametri della democrazia sostanziale così come è concepita e praticata in Occidente. Nella gran parte dei casi la democrazia è trattata alla stregua di un rito formale, che si esaurisce nella messinscena delle regole del processo elettorale per legittimare i regimi autoritari al potere, violando comunque i diritti fondamentali della persona, vera essenza della democrazia sostanziale.

Il nodo principale risiede quindi nella pretesa dell’integralismo e dell’estremismo islamico, di definire religiosamente ogni minimo dettaglio del vissuto e della quotidianità delle persone. Alla base c’è la realtà di una religione che, in assenza di un unico referente spirituale, fa leva sull’interpretazione soggettiva del testo sacro, producendo una fede che è si plurale ma non pluralista. Questa sua peculiarità rende l’Islam conflittuale al suo interno ancor prima di esserlo con il mondo esterno.

Infine è bene ricordare che secondo l’Islam all’uomo non è permesso anteporre la propria legge a quella divina. Fede e ragione vengono ritenute incompatibili. E anche se di fatto non esiste una versione unica e condivisa della sharia, tutti gli integralisti e gli estremisti islamici sono però d’accordo nel rifiuto della democrazia sostanziale.

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