La guerra per procura iraniana

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Mario Del MonteEditor
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Medio Oriente

La guerra per procura iraniana

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Le minacce di rappresaglie da parte del comandante dell Guardie Rivoluzionarie Iraniane nei confronti di Israele hanno riacceso il dibattito sui rapporti tesi fra Gerusalemme e Teheran. La pratica della guerra per procura è da sempre lo strumento preferito del regime degli Ayatollah per destabilizzare Israele e riaffermare la sua potenza in una regione che lascia sempre meno spazio ai regimi sciiti.

Sin dalla Rivoluzione Islamica del 1979 l’Iran ha reciso ogni legame con lo Stato d’Israele, evitando di riconoscerlo ufficialmente e chiamandolo esclusivamente “regime sionista”, e ha armato tutta una serie di gruppi terroristici in lotta con esso a cominciare da Hezbollah, organizzazione terroristica operante nel Sud del Libano, fondata nel 1982 da alcuni seguaci della Guida Suprema Khomeini e infiltrata da numerosi agenti della Guardia Rivoluzionaria Iraniana. L’obiettivo di Hezbollah è l’eliminazione di Israele e l’instaurazione di una Repubblica Islamica in Libano sullo stile di quella di Teheran. Accusata di aver compiuto alcune delle più efferate stragi antiebraiche come quella al centro AMIA di Buenos Aires o al bus turistico di Burgas, l’organizzazione guidata da Nasrallah riceve dall’Iran supporto logistico, politico, finanziario e militare per minare il processo di pace tra israeliani e palestinesi destabilizzando il paese con attentati terroristici e per creare un secondo fronte al Nord di Israele in modo da rendere più difficile la gestione del problema Hamas.

Durante il conflitto del 2006 in Libano più fonti hanno suggerito che centinaia di uomini delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane fossero dietro al lancio di razzi sulle città del Nord di Israele. Il trasferimento di alcuni corpi dal Libano all’Iran e il lancio di un missile troppo sofisticato per le truppe di Hezbollah verso la nave militare israeliana INS Hanit sono molto più di un indizio che il corpo speciale dell’esercito iraniano abbia preso parte attivamente al conflitto. Inoltre nel 2009 l’esercito israeliano ha individuato e bloccato la nave Francop che trasportava armi provenienti dall’Iran dirigendosi verso le coste libanesi.

Quando si tratta di Israele per Teheran non ci sono limitazioni ideologiche e scendere a patti con i musulmani Sunniti di Hamas diventa possibile. Fino alle divergenze legate alla gestione del conflitto siriano, Hamas riceveva dal regime di Khamenei circa 20 milioni di dollari all’anno per coprire i costi di gestione del governo a Gaza e finanziare le sue attività terroristiche. Molte delle armi usate dagli estremisti palestinesi sono fornite proprio dall’Iran che riesce a contrabbandarle attraverso il Mar Rosso grazie al supporto del Sudan e all’utilizzo dei tunnel scavati dai miliziani di Hamas nei pressi dei confini di Gaza. L’operazione Protective Edge di questa estate è stata scatenata proprio dalle forniture militari iraniane: Grad, WS-1E, Fajir-5, M-302, sono tutte sigle di missili che dal Porto di Bandar Abbas arrivavano nella Striscia per essere lanciati sulle città israeliane. Il passaggio dai Qassam fabbricati nella Striscia ai modelli forniti dagli iraniani ha permesso ai terroristi di Hamas di alzare il tiro e mirare sui civili delle città più lontane da Gaza, soprattutto su centri molto popolati come Gerusalemme e Tel Aviv.

Proprio come Hezbollah, Hamas è uno strumento nelle mani della Repubblica Islamica per incrementare la sua influenza nella regione e porsi come una guida per i paesi arabi, in virtù del sentimento anti israeliano fortemente radicato e molto diffuso, soprattutto dopo il calo di prestigio nel mondo musulmano dovuto all’aperto supporto per il regime di Bashar al-Assad in Siria.

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