Khamenei: Israele non sopravviverà ai prossimi 25 anni

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Mario Del MonteEditor
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Medio Oriente

Khamenei: Israele non sopravviverà ai prossimi 25 anni

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Israele non sopravviverà ai prossimi 25 anni. Ad affermarlo è la Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, attraverso una serie di commenti pubblicati sul suo account ufficiale del social media Twitter. La massima autorità iraniana ha inoltre aggiunto che lo Stato ebraico sarà “braccato finché non sarà distrutto.” Le frasi sono accompagnate da un’immagine in cui si vede Khamenei camminare su una bandiera israeliana dipinta su un marciapiede.

“Al termine dei negoziati dal regime sionista hanno fatto sapere di non essere più preoccupati riguardo all’Iran per i prossimi 25 anni. Io vorrei dirgli: innanzitutto voi non vedrete i prossimi 25 anni; se Dio vorrà non esisterà un regime sionista fra 25 anni. In secondo luogo, fino a quel momento, la lotta eroica e morale della Jihad non lascerà un momento di serenità ai sionisti” è quanto scritto da Khamenei in un inglese a dir poco maccheronico.

Secondo alcuni media internazionali le frasi sono state estrapolate da un discorso pronunciato pubblicamente dalla Guida Suprema iraniana. Curiosamente questi commenti arrivano proprio nel momento in cui negli Stati Uniti è in corso il dibattito sulla ratifica del recente accordo sul programma nucleare iraniano fra la Repubblica Islamica e le sei maggiori potenze mondiali. La maggior parte dei critici dell’accordo sostiene che la retorica anti-americana e anti-israeliana del regime dimostra che non è possibile fidarsi dell’Iran. Di contro i sostenitori del Joint Plan of Action, tra cui l’amministrazione Obama, sono convinti che il patto si basi sulla verifica delle condizioni stabilite e non sulla fiducia reciproca.

Khamenei inoltre ha riaffermato la sua visione degli Stati Uniti come “il Grande Diavolo” e che non ci saranno altri negoziati dopo quello sul nucleare. Sul suo sito web è possibile leggere “abbiamo approvato i negoziati con gli Stati Uniti esclusivamente riguardo al nucleare. Non abbiamo approvato nessuna ulteriore negoziazione in altri campi e confermo che non tratteremo con loro.”

Secondo la Guida Suprema iraniana qualsiasi altra discussione con gli Stati Uniti garantirebbe loro un certo grado di penetrazione all’interno della società iraniana e la possibilità di imporre qualche richiesta. Citando il suo predecessore Ruholla Khomeini, Khamenei ha rincarato la dose affermando che “qualcuno vorrebbe dipingere il Grande Diavolo americano come un angelo.”

L’account Twitter che ha pubblicato queste frasi è di proprietà del governo iraniano ed è solitamente dedito alla diffusione di citazioni dell’ayatollah. Di certo non aiuta tutti quelli che sostengono che sia arrivato il momento per la Repubblica Islamica di riallacciare i rapporti con l’Occidente dopo la Rivoluzione del 1979. Nel frattempo molti funzionari dei governi europei hanno iniziato a visitare Teheran per raggiungere accordi economici e ristabilire contatti diplomatici in vista della rimozione delle sanzioni che seguirà la ratifica del Joint Plan of Action.

Il Presidente iraniano Hassan Rouhani ha manifestato la sua volontà a intraprendere un percorso comune con le potenze occidentali per trovare una soluzione alla crisi siriana. Qualsiasi trattativa su questo argomento sarà però legata al sostegno al regime di Bashar Assad a cui la maggior parte delle nazioni europee si sono fortemente opposte sebbene sia supportato anche dalla Russia di Putin.

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