I filo-palestinesi e il significato di certe parole

Alex Zarfati
Alex ZarfatiConsulente media, PR e digital sull'asse Roma-Tel Aviv. Presidente di Progetto Dreyfus.
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Antisemitismo

I filo-palestinesi e il significato di certe parole

Antisemitismo
Alex Zarfati
Alex ZarfatiConsulente media, PR e digital sull'asse Roma-Tel Aviv. Presidente di Progetto Dreyfus.

Il mantra “Palestina Libera” dilaga, è una moda che va dalle strade ai licei alle università. Una carnevalata globale di ragazzi con le kefiah al collo che si illudono si tratti di una battaglia per i diritti civili, ma non c’è niente di più sbagliato. Ci sono senz’altro delle battaglie giuste da combattere per migliorare la qualità di vita del popolo palestinese, ma questi stanno rivolgendo il loro livore nella direzione sbagliata.

Chi si fa portatore dell’eredità dei conquistatori islamici che hanno violentato e saccheggiato il Medio Oriente, soggiogato i popoli indigeni e rifilato loro una vita di persecuzioni e degrado, non può rivendicare alcun titolo di “combattente per la libertà”. Chi sostiene il suprematismo arabo che si propone di annientare lo stato d’Israele con ogni mezzo, non può affermare in alcun modo di predicare una legittima forma di “resistenza”. Se i tuoi eroi sono religiosi ed esaltati seduti a Gaza che pianificano il genocidio di Israele, che piazzano donne sui tetti a fare da scudi umani con la speranza che vengano colpiti, che lanciano missili dagli asili e dalle scuole, che nascondono arsenali dentro gli ospedali, che incoraggiano la morte degli ebrei e che festeggiano distribuendo caramelle per ogni minorenne ucciso, non puoi farti difensore di alcuna “causa umanitaria”. Se ti addolori per la morte dei tagliagole, assassini e terroristi impegnati a lanciare razzi contro civili e in cuor tuo sei quasi dispiaciuto del fatto che milioni di israeliani riescano a difendersi così bene, non puoi levarti in piedi per alcun “ideale civile”. Se la tua idea di sostegno ad una giusta causa comporta un boicottaggio che danneggia gli stessi arabi palestinesi, l’intimidazione di studenti nelle università, le minacce a studenti e professori ebrei ed israeliani, il rimodellamento e la diffusione di menzogne storiche per legittimare diritti altrimenti inesistenti, non puoi parlare di “libertà di espressione”.

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Se arrivi a fiancheggiare regimi e gruppi politici che fanno dell’omicidio, della tortura, della delazione e delle esecuzioni in piazza un’arma per perseguitare il proprio popolo, per sottrargli miliardi di dollari e tenerlo deliberatamente nella povertà e nell’ignoranza, non puoi pretendere di essere “filo-palestinese”. Se ti ergi a difesa di un sistema in cui agli ebrei è bloccata la possibilità di acquistare terreni, di entrare in alcune zone, di vivere lì il proprio futuro, e se trovi legittimo che imprese e negozi di proprietà di ebrei e israeliani vengano boicottati, non puoi sostenere di praticare l'”uguaglianza dei popoli”, non puoi riempirti la bocca dicendo che sei “contro l’apartheid”. Se hai giustificato il lancio dei razzi contro i civili, le percosse, gli accoltellamenti, gli attentati suicidi, e i linciaggi di uomini ebrei, donne e bambini facendo riferimento ad una nobile rivolta degli oppressi non puoi sostenere di combattere il “razzismo”.

Chiunque si batta veramente, con tutto sé stesso ogni giorno per estirpare la discriminazione, chiunque abbia sofferto e soffra sulla propria pelle il pregiudizio, chiunque abbia a cuore la libertà degli oppressi arabi, ebrei, cristiani e di ogni credo religioso, politico e di genere, non avrebbe mai dirottato gli interessi dei palestinesi per farne un arma contro gli ebrei e Israele propugnando bugie e falsità. Non avete il diritto di invocare la lotta dei neri, degli indiani d’America, dei sudafricani, dei tibetani, e di qualunque altro popolo si voglia liberare dal giogo di un oppressore per i vostri scopi scadenti. Non vi ergete a vittime, perché la vostra causa è l’antitesi della libertà. Il cieco e furioso irredentismo arabo prima e palestinese poi è già costato centinaia di migliaia di vite di arabi ed ebrei. Ha separato continua a separare i due popoli e ha fomentato l’animosità e la diffidenza tra loro. Ha portato a dolore, tormento, morte e distruzione. Tutto nel nome di una battaglia per la libertà degli oppressi a cui non frega niente degli oppressi.

Caro filo-palestinese, potrai continuare a dirti “combattente per la libertà” e a blaterare di “uguaglianza”, “giustizia”, e “razzismo”. Ma non pensare di sapere cosa significhino veramente queste parole.

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