Capo delle milizie iraniane: “la distruzione di Israele non è negoziabile”

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Mario Del MonteEditor
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Medio Oriente

Capo delle milizie iraniane: “la distruzione di Israele non è negoziabile”

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Una radio israeliana riporta che il comandante delle milizie Basij, parte delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, ha detto alla stampa locale che “la cancellazione dalla mappa di Israele non è negoziabile”. Il comandante Mohammad Reza Naqdi ha minacciato anche l’Arabia Saudita per l’offensiva in Yemen di questi giorni.

I commenti sono stati resi pubblici nonostante l’Iran e le sei potenze mondiali abbiano deciso di prolungare i negoziati sul programma nucleare oltre la scadenza fissata per il 31 Marzo per raggiungere un accordo entro la fine di Giugno. Già nel 2014 Naqdi aveva affermato all’agenzia di stampa Fars che l’Iran stava armando i palestinesi della West Bank per fomentare una rivolta contro Israele nella speranza di annientare lo Stato ebraico. “L’armamento della West Bank è iniziato e queste armi saranno fornite a tutte le persone che risiedono nella regione” erano state le parole di Naqdi all’epoca.

“I sionisti dovrebbero sapere che la prossima guerra non sarà limitata ai confini attuali e che i Mujaheddin li respingeranno in mare” ha aggiunto questa volta. Naqdi inoltre ha affermato che buona parte dell’arsenale di Hamas, l’addestramento e il know-how tecnico utilizzati nella guerra di questa estate con Israele sono stati forniti dall’Iran.

Le milizie Basij sono una forza militare religiosa costituita da volontari fondata nel 1979 dai leader della rivoluzione islamica. Spesso è stata utilizzata dagli ayatollah come polizia religiosa per far rispettare la Sharia nel paese e per reprimere il dissenso. Un disegno di legge presentato a Gennaio che prevedeva maggiori poteri per le milizie Basij nel far rispettare l’obbligo di indossare il velo da parte dell donne iraniane è stato dichiarato incostituzionale. Ogni anno le milizie Basij effettuano delle manovre militari ai confini dell’Iran, a volte con l’ausilio di unità regolari dell’esercito.

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