La Dichiarazione Balfour

Michael Sfaradi
Michael SfaradiGiornalista, Scrittore & Reporter di guerra
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Israele

La Dichiarazione Balfour

Israele
Michael Sfaradi
Michael SfaradiGiornalista, Scrittore & Reporter di guerra

Arthur James Balfour e Lord Walter Rothschild

Arthur James Balfour e Lord Walter Rothschild

Se gli antisemiti capissero che fu proprio il loro odio ad accendere la scintilla del sionismo incomincerebbero forse ad aprire gli occhi e a capire che le infamità portate avanti nel corso dei secoli nei confronti del popolo ebraico sono servite solamente, i conti con la storia vera e non quella di comodo o da ignoranti parlano chiaro, a rafforzare l’ideale di emancipazione di un popolo in parte sradicato dalla sua terra. Sì, in parte, perché nonostante quello che continua ad urlare ai quattro venti la propaganda araba, la presenza ebraica nella regione c’è sempre stata e in alcune zone, Gerusalemme compresa, gli ebrei sono stati per molto tempo la maggioranza. Per parlare della dichiarazione Balfour, questo è il tema dell’articolo, bisogna però fare dei passi indietro nel tempo e arrivare a Parigi il 13 ottobre del 1894 quando il capitano Alfred Dreyfus, un eroe dal quale sia il nostro sito che la nostra pagina Facebook prendono il nome, fu ingiustamente accusato di tradimento.

Ufficiale di artiglieria ebreo con origini alsaziane assegnato allo Stato Maggiore dell’esercito francese, Alfred Dreyfus fu accusato di spionaggio a favore dell’Impero Tedesco e arrestato. Il processo si tenne in corte marziale tra il 19 e il 22 dicembre, e anche se fu celebrato a porte chiuse la puzza di antisemitismo filtrò fra gli stipiti di quelle porte andando a interessare diverse redazioni dei giornali dell’epoca che scrissero molto sul caso creando un clima di odio dilagante che non solo serviva a condannare Dreyfus, ma anche per accusare l’intera comunità ebraica francese. A seguire quel processo c’era però anche Theodor Herzl che era il corrispondente da Parigi del giornale Neue Freie Presse che ebbe così modo di seguire l’affare Dreyfus e capire quanto l’odio per gli ebrei fosse radicato nella società europea. Proprio perché seguì il processo antisemita per antonomasia Theodor Herzl, che non era un ebreo religioso ma laico e abbastanza assimilato nella cultura e nella società dell’epoca, capì che l’unica via d’uscita da una situazione insostenibile, e i campi di sterminio erano ancora lontani nel tempo, era la creazione di uno Stato degli Ebrei che garantisse la difesa e la sicurezza di un popolo da duemila anni ‘ospite’ mai gradito. Der Judenstaat (Lo stato Ebraico), il saggio che scrisse dopo quella esperienza e sul quale si basa l’idea stessa del movimento sionistico fu pubblicato nel 1896 e appoggiava l’idea che si creasse uno stato ebraico che sottraesse gli Ebrei alle persecuzioni antisemite.

Il sionismo, o ritorno a Sion, nome biblico della terra di Israele, nasce dunque come risposta politica e culturale a una delle più famose infamità antisemite. I pogrom zaristi del’800 e dei primi del ‘900 convinsero sempre di più gli ebrei a trasferirsi in quello che all’epoca era un territorio completamente abbandonato, paludoso e riscattato a carissimo prezzo dai proprietari terrieri per bonificarlo con sacrifici che sono entrati nell’epopea della storia ebraica. La dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917, di seguito riportata, altro non è che la presa di coscienza di una situazione di fatto già attiva sul territorio.

dichiarazione balfour

Egregio Lord Rothschild,

È mio piacere fornirle, in nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni dell’ebraismo sionista che è stata presentata, e approvata, dal governo.

“Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e si adopererà per facilitare il raggiungimento di questo scopo, essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina, né i diritti e lo status politico degli ebrei nelle altre nazioni”.

Le sarò grato se vorrà portare questa dichiarazione a conoscenza della federazione sionista.

Con sinceri saluti
Arthur James Balfour

La dichiarazione Balfour non è però un documento fine a se stesso e relativo solo al governo inglese, infatti, durante la conferenza di Sanremo che si tenne tra il 19 e il 26 aprile 1920 e dove parteciparono i rappresentanti delle quattro nazioni vincitrici della prima guerra mondiale, il primo ministro britannico David Lloyd George, il primo ministro francese Alexandre Millerand, il presidente del consiglio italiano Francesco Nitti e l’ambasciatore giapponese K. Matsui, non solo si determinarono i mandati che queste nazioni avrebbero assunto nei confronti dei territori derivati dalla spartizione dell’impero ottomano nel vicino oriente, ma si adottò la Dichiarazione Balfour del 1917 che assieme all’articolo 22 della Convenzione della Società delle Nazioni fu il documento di base su cui fu costruito e attuato il Mandato britannico della Palestina. Di fatto durante la conferenza di Sanremo, all’indomani della fine della prima guerra mondiale, tutte le potenze dell’epoca adottando la dichiarazione Balfour riconoscevano il diritto del popolo ebraico a un focolare in Palestina che doveva essere il seme di uno Stato che sarebbe dovuto nascere in tempi brevi che però divennero lunghissimi a causa del solito antisemitismo di convenienza e di interessi.

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