Terrorismo islamico in Italia, espulsa giovane: voleva compiere attentato a Milano

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Terrorismo islamico in Italia, espulsa giovane: voleva compiere attentato a Milano

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Era residente a Milano e fino a qualche mese fa ha vissuto una vita tranquilla. Poi il cambiamento totale, la radicalizzazione improvvisa che le aveva fatto sentire troppo stretti i suoi abiti occidentali.

Fatma Ashraf Shawky Fahmy, 22 anni egiziana, voleva compiere un attentato in Italia, con ogni probabilità proprio nel capoluogo lombardo, dove viveva insieme alla famiglia nel quartiere di Gratosoglio, è stata espulsa lo scorso 22 luglio su ordine del ministro dell’Interno Marco Minniti. La giovane, in possesso di un regolare permesso di soggiorno, secondo le indagini della Digos era in contatto con il membro dell’Isis Al Najjar Abdallah Hasanayn, a cui aveva chiesto di poter raggiungere la Siria per combattere. Alla risposta negativa, viste le difficoltà per la realizzazione del piano, la ragazza aveva deciso di diventare una martire nel nostro paese.

Prima del rimpatrio per terrorismo l’aspirante suicida non aveva destato alcun sospetto in famiglia che, pur vedendo gli evidenti cambiamenti della congiunta, non poteva immaginare quanto sarebbe potuto accadere.

Diverso il discorso per gli investigatori incuriositi da un piccolo ma significativo particolare: oltre ai genitori e ai tre fratelli, la 22enne aveva rapporti personali solo con una vicina. Troppo strano per una giovane, che passava tutto il suo tempo a davanti al computer a cercare siti web dedicati al terrorismo islamico di Daesh.

Dalle indagini è risultato evidente il suo percorso di radicalizzazione: dal 2013, anno in cui sembrava una perfetta occidentale sia nel modo di vestire sia nel comportamento, al 2017, nel quale indossava il niqab completo di guanti neri.

Il Viminale, vista l’imminente pericolosità della giovane, ha preferito intraprendere la strada dell’espulsione anziché quella giudiziaria.

Il terrorismo islamico rimane un pericolo costante per il nostro paese, che ha scelto di combatterlo anche con le espulsioni e con un controllo serrato del territorio.

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