Storia capovolta: contro Israele nel giorno della Liberazione

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Niram Ferretti
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BDS, Storia

Storia capovolta: contro Israele nel giorno della Liberazione

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Niram Ferretti

La bandiera con la Stella di Davide è il vessillo che non dovrebbe essere esibito il 25 aprile 2017. La stessa bandiera che, prima di diventare quella ufficiale dello stato di Israele, fu consegnata il 3 aprile 1943 da Moshe Sharret dell’Agenzia Ebraica al Generale Ernest Frank Benjamin comandante della Brigata Ebraica. E non dovrebbe essere esibita perché i discendenti ideologici di coloro i quali negli anni Trenta e Quaranta erano a fianco del Mufti di Gerusalemme, il criminale di guerra filo-nazista Amin Al Husseini, sono riusciti da tempo a influenzare l’ANPI e a strumentalizzare le manifestazioni che si terranno in piazza.

Quest’anno ai gruppi filopalestinesi si sono aggiunti i proseliti del BDS. Osservatorio Salomon ha pochi giorni fa inviato una lettera al sindaco di Milano Giuseppe Sala per sensibilizzarlo sulla questione. Come ha ricordato nella lettera, Barbara Pontecorvo:

“Quest’anno, per le celebrazioni imminenti, il Coordinamento BDS Lombardia, ovvero il Movimento che coordina le attività di boicottaggio e discriminazione nei confronti di (solo) Israele sul territorio lombardo, ha annunciato la propria presenza, in nome della “liberazione della Palestina” (illegittimamente paragonata alla resistenza partigiana contro la forza nazista, rappresentata nelle intenzioni dallo Stato d’Israele), intendendo per ‘Palestina’ anche lo Stato d’Israele, che dovrebbe, dunque, esser liberato da ogni presenza ebraica”

E’ sconcertante che in una data che dovrebbe commemorare la liberazione dal regime fascista e poi nazi-fascista della RSI, gli eredi spirituali di coloro i quali combattevano la stessa battaglia di Hitler per lo sterminio degli ebrei, oggi si sono intromessi nei cortei all’unico scopo di attaccare chi in piazza scende portando la bandiera della Brigata Ebraica.

Occorre ricordare alcuni fatti. All’epoca la mostrina della tredicesima Divisione SS composta dai volontari musulmani i quali riconoscevano in Amin Al Husseini la loro guida spirituale, raffigurava una spada che brandiva la scimitarra e la svastica. L’anno scorso nella cittadina di Beit Ummar in Giudea e Samaria è stata innalzata una bandiera nazista per ricordare questa indelebile continuità.
I discendenti dei filo-nazisti di allora, i quali attendevano solo la vittoria di Rommel in Nord Africa per proseguire in Palestina l’opera dei volonterosi carnefici di Hitler, hanno creato le condizioni affinché chi diede il suo contributo alle forze alleate debba essere marginalizzato, scortato o cacciato dai cortei che celebrano il 25 aprile.

Tutto ciò non solo è grottesco e paradossale ma è infame. E’ infame che i fiancheggiatori del terrorismo arabo-palestinese, di cui uno dei grandi rappresentanti, Yasser Arafat, venne amorevolmente avviato alla lotta armata proprio dal Mufti di Gerusalemme, siano in grado di imporre una sorta di conventio ad excludendum nei confronti della Brigata Ebraica.

Le bandiere palestinesi e gli attivisti del BDS non hanno niente a che vedere con il 25 aprile più di quanto abbiano a che vedervi le bandiere curde o i separatisti baschi. E’ evidente a tutti che esse vengono sventolate solo ed esclusivamente a scopo provocatorio e intimidatorio nei confronti della Brigata Ebraica, e per demonizzare lo Stato ebraico.

Rappresentano uno sberleffo atroce e una vittoria postuma di Amin al Husseini in una giornata che dovrebbe celebrare la liberazione da coloro di cui egli era stato un fedele alleato.

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