Pubblicità antisemita, Facebook sul banco degli imputati

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Antisemitismo

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Pubblicità antisemita su Facebook. A sostenerlo è stata ProPublica, secondo cui il social di Mark Zuckerberg ha consentito agli inserzionisti di fare campagne pubblicitarie mirate contro gli ebrei su temi generici come l’antisemitismo e più specifici “come bruciare gli ebrei”.

L’associazione non-profit di giornalismo investigativo ha spiegato come Facebook abbia permesso tutto a ciò a più di duemila persone, con tendenze di odio verso gli ebrei. I giornalisti di Propublica hanno cercato di capire come funzionasse il sistema: hanno pagato 30 dollari per fare pubblicità a questi gruppi, scoprendo che in soli 15 minuti erano state approvate tre pubblicità.

Dopo la segnalazione di Propublica, Facebook ha provveduto a rimuovere le categorie, come ha fatto sapere un product manager del social network contattato dal Guardian:

“Sappiamo che abbiamo ancora molto lavoro da fare per evitare che altri episodi come questi accadano in futuro”.

Facebook ha rivelato che sta considerando di cambiare l’algoritmo che ha dato via alle categorie incriminate. Questa inchiesta giunge dopo un periodo assai complicato per il social in blu, accusato da più parti di veicolare e diffondere notizie false senza alcuna verifica. Social che ha ricordato di far di tutto per non dare spazio a odio e a messaggi razzisti nella propria piattaforma.  

Non è la prima volta che Propublica ha rivelato falle nel sistema pubblicitario di Facebook. Un anno fa, infatti, portò alla luce che era possibile fare pubblicità di case a New York, consentendo agli inserzionisti di escludere gli afroamericani.

Facebook non è esente da responsabilità riguardo questa propaganda d’odio, anche se la considerazione da fare è un’altra:

Se le persone non provassero tali sentimenti, Facebook non li veicolerebbe…

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