Salò, polemiche per la mostra dedicata a Mussolini

Avatar
David Spagnoletto
-
News

Salò, polemiche per la mostra dedicata a Mussolini

News
Avatar
David Spagnoletto

Continuano le polemiche per la mostra dedicata a Benito Mussolini, in programma il prossimo 29 maggio al MuSa di Salò. Il clima già caldo è stato arroventato ancora di più delle decisioni inziali direttore del museo, Giordano Bruno Guerri, che in un primo momento avrebbe voluto che l’inaugurazione fosse il 28 maggio e con tanto di concerto con un violino della Shoah della collezione Carutti. Due cose inammissibili. Il 28 maggio, infatti, si commemorano le vittime della strage di piazza della Loggia a Brescia nel 1974. Strage effettuata dal gruppo neofascista Ordine Nuovo, che fece esplodere una bomba nascosta in un cestino portarifiuti mentre si stava svolgendo una manifestazione contro il terrorismo nero. L’attentato provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue. Guerri si è scusato, dicendo: “Non sono bresciano e non me ne sono ricordato”, rinviando l’apertura della mostra di un giorno.

Far suonare uno strumento legato alla Shoah in una mostra dedicata a un dittatore che ha contribuito in maniera notevole alla Shoah stessa, a molti è sembrato pretestuoso e inopportuno. Su tutti l’ex assessore provinciale Gianpaolo Comini, che non ha usato mezze termini per stigmatizzare la cosa: “Che cosa centra? Serve a ricordare che Mussolini ha fatto le leggi razziali?”. La risposta di Guerri non si è fatta attendere: “Non sono fascista e non voglio provocare ma qui si parla di cultura, non di politica. I tempi sono cambiati, bisogna avere una mente aperta”.

Guerri ha continuato a difendere la mostra (circa cinquanta opere, tra busti, litografie, disegni e dipinti):

I nostalgici ci sono, ma non li creiamo certo con questa mostra. Io non voglio fare un inno al Duce, voglio solo che si prenda atto del fenomeno: la grande novità del fascismo fu di porsi non come idea politica, ma come fede. Mussolini riuscì a imporre il fascismo come fede e ogni fede ha il suo dio: Mussolini era quel dio. Negli anni Venti viene ancora rappresentato come un essere umano, dopo il Concordato del ‘29 la rappresentazione è in posa di condottiero, nudo o seminudo per rivendicare la forza fisica e la parità sociale: è iniziata la sua trasformazione in essere infallibile e insostituibile.

  • Progetto Dreyfus su Instagram

    Questo errore è visibile solamente agli amministratori WordPress

    Errore: Nessun feed trovato.

    Vai alla pagina delle impostazioni del feed di Instagram per creare un feed.

  • FOLLOW US