Il Natale cancellato

La sottomissione dell'Europa all'Islam

Giuseppe Giannotti
Giuseppe GiannottiGiornalista & Esperto di Medio Oriente
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Editoriali

Il Natale cancellato

La sottomissione dell'Europa all'Islam

Editoriali
Giuseppe Giannotti
Giuseppe GiannottiGiornalista & Esperto di Medio Oriente

Arriva il Natale, e, come ormai tradizione, si susseguono le autocensure di chi, ossessionato dal politically correct, cancella recite con canti natalizi, feste, presepi e altro ancora. Nel nome di un’integrazione che integrazione non è. Perché la parola giusta è sottomissione. Che oltretutto non serve ad avvicinare l’altro, come dimostra l’attentato di Berlino.

Il “timore” è di offendere le persone di altre religioni, leggi, principalmente l’Islam. È un fenomeno in crescita, specialmente in Europa. C’è chi non osa più neppure scrivere “Buon Natale”. Ne sono stato testimone a Berna. Nella vetrina di un negozio, in pieno centro storico, campeggiava la scritta: “A very happy everything”. Anziché i consueti auguri natalizi “Merry Christmas and Happy New Year” c’era questo anonimo “Buon tutto”, così, tanto per non offendere nessuno! E purtroppo non è un caso isolato. In altre insegne c’è un generico “Buone feste”, naturalmente sempre senza alcun riferimento a Natale.
La stessa cosa che ha fatto il presidente degli Stati Uniti (ancora per poco) Obama. Nella sua ultima “Family Christmas Card”, c’è la foto della famiglia Obama, con uno sfondo generico (nella foto degli auguri dell’anno scorso nello sfondo della foto c’era un grande albero di Natale). E nel messaggio nessun riferimento al Natale, ma un augurio di “una gioiosa stagione delle feste e un meraviglioso anno nuovo”.

lavoretti nataleIn Italia, come al solito, ci sono scuole che quest’anno non hanno fatto il presepio o l’albero di Natale, altre che hanno cancellato le recite e i canti natalizi, come in una scuola primaria dell’Aquila, o un’altra scuola di Rimini (dove fino all’anno scorso si cantava “Tu scendi dalle stelle”), dove li hanno sostituiti con canti africani. La spiegazione? “Per favorire l’integrazione, la fratellanza tra i popoli e non urtare la sensibilità di chi appartiene a un’altra religione”. Sono i fans dell’integrazione a tutti i costi, che pur di assecondare “l’altro” sono pronti a cancellare se stessi e le proprie radici.

È il festival dell’assurdo. Si vogliono fare canti multietnici? È certamente un’ottima idea. Ma si facciano in un’altra data, a gennaio, a febbraio, ma non si cancelli il Natale, non si neghino le nostre tradizioni. Sono gesti che non favoriscono affatto l’integrazione, ma che dimostrano solo la debolezza di un’Europa che sta sottomettendosi, non richiesta, a un Islam che avanza, forte dell’ondata travolgente di immigrazione clandestina, per lo più composta da musulmani. Molti dei quali, naturalmente non tutti, non vogliono certo integrarsi. Un esempio emblematico è quanto accaduto in una scuola materna di Rovereto, in provincia di Trento, dove è stato rimosso dal giardino un maialino a dondolo in seguito alle proteste di alcune famiglie islamiche, che si ritenevano offese da quella presenza “impura”. Togliere il maialino ha favorito l’integrazione? Chi cancella il Natale si dia una risposta.

Cristiani-perseguitati-in-IraqAnche perché all’estero, nei Paesi islamici, a tutto pensano meno che ai diritti dei cristiani. E non c’è bisogno di andare in Arabia Saudita dove portare semplicemente un crocifisso al collo, porta direttamente in prigione o alle stragi di cristiani e le distruzioni di chiese in molti paesi dell’Africa, in particolare in Nigeria, per mano degli integralisti di Boko Haram. Molto più vicino a noi, in Turchia, un Paese che la Germania di Angela Merkel vuole portare a tutti i costi in Europa, succede che per ordine delle autorità turche è stato vietato a una scuola tedesca di Istanbul di eseguire canti natalizi. Il coro della scuola (frequentata da studenti turchi dell’alta borghesia) avrebbe dovuto partecipare al tradizionale concerto di Natale che si tiene nel Consolato Generale tedesco, ma la direzione della scuola ha cancellato la loro partecipazione, negando il diktat delle autorità turche, ma sostenendo, in una nota sul suo sito web, di aver deciso di «trattare il Natale e il cristianesimo in un modo che non rientra nel programma di studi concordati». Alla faccia di Angela Merkel che sta pensando di introdurre lo studio dell’arabo nelle scuole tedesche! È l’ennesimo schiaffo a un’Europa che si sta annientando con le proprie mani di fronte a un Islam radicale che non guarda in faccia nessuno. Come dimostra l’attentato di Berlino.

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