Elezioni palestinesi, tutto quello che c’è da sapere

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Medio Oriente

Elezioni palestinesi, tutto quello che c’è da sapere

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Le elezioni amministrative palestinesi hanno fatto registrare il flop di Fatah e il successo delle liste indipendenti. La disfatta è stata netta nelle grandi città. A Hebron, il partito del presidente Abu Mazen ha ottenuto 7 dei 15 seggi in palio, a Nablus è salito a 11 sui 15 disponibili, ma solamente grazie all’alleanza con una lista locale. Fatah ha vinto a Gerico e a Jenin e ha perso molti seggi nei consigli comunali a vantaggio di liste indipendenti e delle formazioni politiche minori.

Il risultato elettorale è ancora più deludente per Fatah e Abu Mazen vista l’assenza di Hamas, Jihad e Fronte popolare, che hanno boicottato il voto, svoltosi esclusivamente per il rinnovo di 145 consigli comunali in Cisgiordania.

La domanda che si stanno ponendo in molti è: perché non si è votato nella Striscia di Gaza guidata da Hamas?

All’apparenza per una diatriba legale tra i giudici della Corte suprema di Ramallah e quelli delle corti di Gaza che hanno portato allo slittamento del voto, ma in realtà il motivo risiede nella frattura politica tra Hamas e Fatah.

Va fatta un’ulteriore riflessione: i candidati provenivano quasi tutti da Fatah, che sostiene l’attuale presidente palestinese Abu Mazen. Gli altri partiti principali, infatti, hanno rifiutato di presentare le proprie liste in segno di protesta contro il governo. Harry Fawcett, giornalista di Al Jazeera ha definito questa tornata elettorale “elezioni a partito unico”.

E pensare che in Cisgiordania non si votata da dieci anni. Abu Mazen, infatti, è formalmente decaduto da otto anni ma di fatto ancora in carica. Le voci sulle sue dimissioni sono sempre rimaste tali.

Ma c’è dell’altro. Nuovo sindaco di Hebron è stato eletto il capolista di Fatah Tayseer Abu Sneineh, condannato per l’assassino nel maggio 1980 di sei studenti israeliani, poi rilasciato tre anni più tardi in seguito alle trattative che portano alla liberazione di vari ostaggi.

Nonostante questo, Fatah viene considerata un partito moderato, incline al dialogo che sta facendo ogni sforzo per arrivare alla pace con Israele

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