La Puglia prima tappa degli ebrei verso la Terra Promessa

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David Spagnoletto
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Storia

La Puglia prima tappa degli ebrei verso la Terra Promessa

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David Spagnoletto

Siamo alle fine della guerra e il popolo ebraico, decimato da nazisti con una sistematicità che ancora oggi si fa fatica a comprendere, cerca una casa che possa accoglierlo prima di sbarcare nel futuro Stato di Israele. Una tappa per i sopravvissuti alla Shoah che sognano una patria dove essere ebrei non è un difetto, non è una causa per cui morire. Una tappa che per molti di loro diventa l’Italia e soprattutto il Salento, dove a metà Anni 40 vennero costruiti dei campi profughi per accogliere gli ebrei. Andando ancora di più nello specifico: nel tratto di costa che va da Nardò fino al Mar Adriatico. A Tricase, Santa Caterina di Nardò, Santa Maria di Leuca e Santa Cesarea Terme trovarono rifugio soprattutto ebrei askenaziti in campi gestiti dalla United Nations Relief and Rehabilitation Adminitstration (Amministrazione delle Nazioni Unite per l’assistenza e la riabilitazione), conosciuta con la sigla “UNRRA”.

Campi che sorgevano per lo più all’interno di ex campi di internamento fascista, caserme, scuole e edifici pubblici, in cui vennero costruiti mense, asili nido, biblioteche e avviate attività commerciali, uffici postali e luoghi di preghiera. Quello più grande è probabilmente quello che sorse a Santa Maria al Bagno, che veniva indicato dalle autorità con la dicitura “Displaced Persons Camp numero 34“.

Santa Maria al Bagno era un borgo di pescatori, in cui abitavano persone tranquille: un luogo perfetto in cui inviare i profughi ebrei. La gente del posto veniva da una convivenza forzata con slavi, che si erano dimostrati coinquilini non ideali a differenza degli ebrei, con cui strinsero rapporti personali e commerciali che andarono oltre le più rosee aspettative.

Nel campo venne allestita una Sinagoga, una scuola, un ospedale e il servizio postale e vennero istituiti corsi di falegnameria, maglieria, sartoria, scrittura a macchina, meccanica o pesca per gli adulti. Un dato che testimonia il rifiorire della vita degli ebrei nella zona fu elevato numero di matrimoni fatti nel campo: oltre 400 i matrimoni in due anni.

Gli ebrei lasciarono un ricordo indelebile nel Salento e nel cuore dei salentini, motivo per cui a Santa Maria al Bagno è stato fatto il Museo della Memoria e dell’Accoglienza. Nel 2005, l’accoglienza offerta agli ebrei a Nardò determinò per la città la concessione della medaglia d’oro al valore civile.

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