Diabete: dall’Università di Gerusalemme il pancreas artificiale

Entro 5 anni potrebbe diventare la cura per i casi più gravi

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Micol AnticoliEditor & Event Manager
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Scienza

Diabete: dall’Università di Gerusalemme il pancreas artificiale

Entro 5 anni potrebbe diventare la cura per i casi più gravi

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Eduardo-Mitrani
Continua la corsa israeliana alla ricerca di rimedi per curare il diabete nel modo più efficace, qualcosa che faciliti la cura della malattia soprattutto nei pazienti più gravi, e sembra che la risposta possa arrivare dall’istallazione di pancreas artificiali nei pazienti. Il diabete è una malattia che sorge quando l’organismo di una persona non è più in grado di regolare il glucosio nel sangue e a quel punto la persona affetta dovrà assumere insulina, l’ormone che permette alle cellule di assorbire e utilizzare gli zuccheri in modo coretto. Gli ultimi studi stimano che entro il 2035 circa 600 milioni di persone avranno una qualche forma di diabete, sia di tipo I precedentemente conosciuto come diabete giovanile – in cui le persone nate con questa condizione non possono produrre l’insulina necessaria a regolare il glucosio nel sangue – sia di tipo II cioè il diabete acquisito, che di solito si sviluppa in pazienti con problemi di peso. I pazienti affetti oggi da diabete sono schiavi delle cure: più volte durante la giornata sono costretti ad interrompere qualsiasi attività o lavoro per misurare i livelli di glucosio nel sangue e assumere la quantità di insulina necessaria in quel momento al corpo, ma non sempre il paziente riesce a capire quanto ormone deve somministrarsi, creando così fluttuazioni di dosaggi molto dannose. Per questo il team del prof. Eduardo Mitrani della Hebrew University di Gerusalemme sta sviluppando insieme alla startup Betalin Therapeutics un pancreas artificiale che impiantato nel corpo del paziente, è in grado di secernere l’insulina di cui il corpo ha bisogno in modo regolato e di immetterla direttamente in circolo, eliminando così le iniezioni alle quali sono costretti i pazienti di oggi ma soprattutto evitando di immettere nel sangue dosaggi sbagliati. Attualmente il team di ricercatori è alla ricerca di fondi per ampliare le sperimentazioni e per poter effettuare dei test anche negli Stati Uniti e in Canada, ma secondo il professor Mitrani il trapianto di bio-pancreas potrebbe diventare la via primaria per curare i casi più gravi di diabete già tra cinque anni.

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